Mamma non ti sento!

Quante volte, ci chiediamo se il nostro bambino ci stia veramente capendo e quante volte invece, diamo colpa alla distrazione? La sordità infantile spesso si cela dietro a segni poco riconoscibili, confondendoli per difficoltà di attenzione o isolamento nel gioco. Un bimbo che non si gira quando chiamato o che non risponde in modo adeguato alle nostre domande può essere sintomo di un problema al suo sistema udito. La sordità monolaterale, ovvero da un solo orecchio, consente al bambino di cogliere solo alcuni dei suoni provenienti dall’ambiente esterno. Tutto questo si traduce, nei primi anni di vita, in una difficoltà anche relazionale verso i suoi stessi genitori. La così detta banana del parlato o “speech banana” rappresenta in modo chiaro e semplice come i suoni della lingua corrispondano a diverse frequenze udite. Se però queste frequenza sono intaccate, allora il bambino avrà troppe poche informazioni per comprendere il reale suono di una parola. Per intenderci, fin dalla nascita i bambini hanno bisogno di sentire ripetutamente i suoni del loro linguaggio, per poterli associare alle parole. I bambini imparano ad ascoltare e a conoscere il mondo associando i suoni alle cose, che sia il rumore dello scorrere dell’acqua quando è l’ora del bagno o una dolce ninna nanna prima di dormire.
Come posso accorgermene?
Il sintomo più importante di una possibile sordità, è un ritardo nello sviluppo del parlato e del linguaggio. O ancora:
o il bambino non si accorge se qualcuno parla al di fuori del suo raggio visivo, soprattutto se gli elementi di distrazione presenti sono minimi
o Il bambino sta seduto molto vicino alla televisione quando il volume, in realtà è sufficiente
o il bambino alza il suo tono di voce, verosimilmente perché non si sente
o Non reagisce a suoni di forte intensità
o A scuola, iniziano ad esserci problemi negli apprendimenti oppure comportamentali mano a mano che la richiesta curricolare aumenta.

Cosa faccio allora, se ho il dubbio che il mio bambino non senta bene?
Il primo passo da fare è sicuramente rivolgersi al proprio pediatra, il quale suggerirà lo specialista più idoneo per eseguire ulteriori indagini diagnostiche

A casa invece, possiamo supportare qualsiasi attività di gioco con il canale gestuale e/o mimico. Cercheremo inoltre di non parlargli da una distanza troppo grande, di giocare sovente a tappeto consentendogli sempre di guardarci il viso. E ancora, possiamo utilizzare libretti che seguano il racconto della storia con delle figure illustrate.
Parlate!: molte ricerche mostrano che il numero di parole che un bambino ha all’età di 4 anni è direttamente correlato al numero di parole che un bambino ha sentito. Poiché un bambino con ipoacusia non sentirà tutto, avrà bisogno di più input.
Proponete Giochi di rima: man mano che i bambini crescono, divertitevi a fare tanti giochi di rima. Creare rime è molto utile per costruire abilità fonetiche, fondamentali per la lettura.
Sperimentate Giochi ritmici e Canto: battere le mani a ritmo, camminare seguendo un ritmo, cantare, è divertente ed è una buona abilità da allenare nei bambini affetti da sordità. Ricordatevi che anche la lingua a un suo ritmo; spesso è proprio la prosodia a risultare inadeguata.
Non lasciate che i bambini passino troppo tempo davanti alla tv o al pc/tablet: i bambini non imparano la lingua guardando la TV, la imparano interagendo con le persone! Quindi trascorrete del tempo con loro e inserite il linguaggio verbale senza forzarlo, commentate ed espandete le parole e le frasi del bambino, piuttosto che chiedergli di ripetere le parole.
Utilizzate strumenti musicali e suonate: I bambini che non possono sentire bene potrebbero perdere l’opportunità di apprezzare adeguatamente la musica. Usate il tamburo e chiedete al bambino di seguire il ritmo con le mani o su un altro tamburo. Suonate diversi strumenti senza farglieli vedere e chiedetegli di indovinare quale strumento avete suonato. Alternate suoni lunghi a suoni brevi e chiedetegli quale è durato di più.
E infine… proviamo ad indovinare assieme “Da dove viene quel suono?” selezioniamo e utilizziamo suoni ad alto contrasto tra loro come per esempio pupazzetti con sonagli e maracas o ancora, tamburelli e fischietti. Giochiamo a suonarli alle sue spalle, chiedendo poi da dove provenisse il suono.
Per ultimo, ma non per importanza: gratifichiamoli sempre. Quando un gioco o un’attività vengono svolti in modo corretto, non esitiamo ad incitare e favorire quel comportamento.
Ricordiamoci che comunque per loro, risulteranno essere giochi dispendiosi a livello di energia ed attenzione!

Articolo di
Dr.ssa Caterina Lerda
Logopedista e Audiometrista
Master in logopedica clinica in età evolutiva

RSS
Follow by Email
Share